La maledizione degli Ottavi di Finale di Champions League continua
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Per la terza volta nelle ultime cinque stagioni, lo Zenit sfiora soltanto l'accesso ai Quarti di Finale della massima competizione continentale. Contro il Benfica, dopo essere arrivati a un passo dai tempi supplementari e aver sfiorato più volte il 2-0 che avrebbe qualificato il club di Piter, Hulk & co. nei minuti finali hanno perso 1-2.

Ieri è finita l'avventura europea dello Zenit, che ancora una volta non è riuscito a entrare tra le prime 8 squadre d'Europa. Il vantaggio di Hulk aveva illuso il caloroso pubblico del Petrovskiy, pronto a sostenere la squadra in quei tempi supplementari che sembravano a un passo. Poi, un tiro disperato dalla lunga distanza del subentrato Raúl Jiménez, deviato da Lodygin sulla traversa, ha spento le speranze dei tifosi di fede russa: sulla respinta il più lesto ad avventarsi sul pallone è infatti stato Gaitán, che a porta vuota ha comodamente insaccato. Nel recupero è arrivata un'ulteriore beffa, con il diagonale del brasiliano Talisca che ha decretato l'immeritata sconfitta della squadra di casa.

I minuti finali erano stati fatali allo Zenit anche nel match d'andata, perso per 1-0 a causa di un gol di Jonas subito all'ultimo minuto. Nonostante fosse chiamato a ribaltare il punteggio del Da Luz, con Criscito e Javi García squalificati (rimpiazzati da Zhirkov e Maurício, tra i migliori in campo) e Garay, non al meglio, seduto in panchina, l'avvio dello Zenit non è stato particolarmente aggressivo. Il primo tempo ha infatti regalato poche emozioni da ambo le parti, è stato all'insegna dell'equilibrio. Tutt'altra storia la ripresa, con l'arrembaggio dello Zenit sempre più incessante, che ha al portato alla rete di testa di Hulk (in un'azione viziata però da un fallo di Zhirkov, autore del perfetto assist) e ad altre nitide palle gol, due delle quali sciupate da uno Dzyuba ancora a secco in questo 2016. Inevitabilmente, lo Zenit - sbilanciatosi in avanti - concedeva pericolose ripartenze agli avversari, in un paio di circostanze andati vicini a quell'1-1 che avrebbe spento i sogni di gloria dell'incadescente Petrovskiy (decisivo, in entrambi i casi, uno straordinario Lodygin). Ma la rete del pareggio sarebbe comunque arrivata da lì a poco, nel modo più inaspettato e doloroso.

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