Zenit non pervenuto, il Celtic lo punisce
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Comincia male il 2018 della squadra di San Pietroburgo, sconfitta di misura a Glasgow nell'andata dei sedicesimi di Europa League

Che l'impegno con i campioni di Scozia non sarebbe stato semplice era chiaro a tutti, per una serie di ragioni: l'inevitabile ritardo di condizione dello Zenit, al primo match ufficiale dopo oltre due mesi; l'atletismo e la fisicità debordante degli avversari; l'atmosfera incandescente di Celtic Park. I giocatori dello Zenit ci hanno però messo del loro, scendendo in campo molli, poco convinti, sempre in ritardo sul pallone e spesso perdenti nei contrasti e negli uno contro uno contro i più determinati avversari. Un approccio timoroso che ha galvanizzato gli scozzesi, che hanno sovrastato i russi da un punto di vista agonistico, fisico ma anche tecnico. Dopo aver sfiorato ripetutamente il vantaggio nel primo tempo, e dopo aver premuto per buona parte della ripresa, il Celtic ha trovato il meritato gol-vittoria al 78', con Callum McGregor tutto libero al centro dell’area. Un punteggio indiscutibile, che sta persino stretto ai padroni di casa.

Lo Zenit ha retto abbastanza bene in difesa, grazie all'attenta prestazione fornita da Mevlja e Mammana, ma è totalmente mancato in fase propositiva, complice un centrocampo assente (impreciso Erokhin, sotto ritmo Paredes) e un attacco che non è mai stato rifornito adeguatamente. Risultato: un'unica occasione creata (con l'esordiente Zabolotniy, ben servito da Criscito) in 90 minuti. Decisamente troppo poco. Ora, per evitare una precoce eliminazione dalla competizione, la squadra guidata da Mancini dovrà cercare di ribaltare l'1-0 nel match di ritorno, che si disputerà tra sette giorni. Ma servirà tutt'altro tipo di prestazione e di atteggiamento.

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