Lo Zenit cala il sette bello: eguagliato il record di vittorie del Rubin
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Igor Smolnikov, per continuità di rendimento forse il miglior giocatore dello Zenit in questo avvio di stagione, regala i 3 punti alla squadra di Piter al termine di un match mozzafiato contro la Dinamo! A segno anche il ritrovato Arshavin, partito dal primo minuto. 

Lo Zenit di Villas-Boas, grazie a una partenza sprint, entra nella storia di calcio russo. No, non è un'esagerazione: con il 3-2 inflitto nei minuti finali a una Dinamo Mosca mai doma, la compagine di San Pietroburgo ha eguagliato il record di vittorie consecutive dall'inizio del campionato, che apparteneva al Rubin Kazan di Kurban Berdyev, che nel 2008 aveva conquistato 21 punti nelle prime sette gare. Proprio come ha fatto lo Zenit, inanellando una serie di risultati impressionante: 4-0 a Tula in casa dell'esordiente Arsenal, 8-1 rifilato alla neopromossa Torpedo Mosca, 1-2 di giustezza a Ekaterinburg contro l'Ural, 1-0 all'altra debuttante Ufa, Amkar regolato 2-0, successo di misura nella tana della Lokomotiv e infine il successo pirotecnico ottenuto ieri contro la Dinamo. Una vittoria che sa tanto di rivincita dopo quello che era successo lo scorso 11 maggio, in quell'infausta giornata nella quale i Poliziotti avevano fatto svanire le speranze di titolo dello Zenit, impartendogli una sonora e dura lezione (la partita terminò poi 0-3 a tavolino per via dei tristemente noti atti di vandalismo da parte della curva sanpietroburghese).

In casa Zenit la sfida con la Dinamo era ritenuta particolarmente insidiosa, non solo per l'indubbio valore dell'avversario, ma anche per problemi che potremmo definire logistici: era infatti posta in mezzo tra la sempre temuta sosta per le nazionali e l'atteso esordio nel girone di Champions League. AVB ha deciso di sorprendere tutti all'annuncio delle formazioni ufficiali, proponendo in attacco un inedito tridente composto da Hulk, Danny e Arshavin, con quest'ultimo con ampia libertà di movimento. Uno Zenit di fatto senza centravanti, per non dare punti di riferimento all'arcigna e possente (ma lenta) difesa della Dinamo, composta da corazzieri quali Samba, Douglas e Granat. Ma a partire meglio è la formazione ospite: se Criscito prende subito le misure a Ionov, dalla parte opposta Valbuena riesce a entrare subito nel vivo del gioco, dettando i tempi di ogni azione dei biancoblu. Desta una buona impressione anche l'altro centrocampista francese, il meno reclamizzato Vainqueur, che al 12' apre per Manolev che ci prova al volo con scarsa fortuna. E' il preambolo che porta al gol, realizzato proprio da Valbuena, con uno splendido pallonetto di prima intenzione: un tocco dolcissimo e geniale che beffa Lodygin e che regala all'ex OM il suo primo sigillo russo. Il piccolo fantasista transalpino ha un conto aperto con lo Zenit: nel 2008 lo affrontò negli Ottavi di Finale di Coppa UEFA, facendo ammattire l'intera retroguardia nel 3-1 dell'andata, ma venendo poi eliminato da quella squadra guidata da Advocaat, capace poi di trionfare nella competizione; in seguito, per ben due volte Valbuena fu a un passo dal trasferimento nella città degli Zar, ma alla fine fece sempre bloccare tutto, poiché non del tutto convinto della destinazione. Anche Mimmo, nel 2011, titubò dinanzi alla possibilità di scegliere o meno lo Zenit, ma impiegò poco tempo prima di capire di aver preso la decisione migliore. Proprio Criscito, pochi minuti dopo, si rende protagonista di una bella iniziativa personale, superando un paio di uomini e concludendo di destro: goffa la respinta del vecchio Berezovskiy (uno dei tanti ex dell'incontro), con la palla che carambola addosso a Douglas e si insacca: è subito 1-1. Al 36' ancora protagonista il terzino italiano con una bella chiusura su Kokorin, in seguito a una delle tante ripartenze concesse dallo Zenit agli avversari nella prima frazione di gioco. Ripartenza che gli uomini di Villas-Boas sfruttano però nel migliore dei modi con Hulk e Arshavin: il brasiliano recupera un pallone a metacampo e imbecca in profondità il numero 10, che si porta avanti il pallone con il mancino e poi esplode un destro imparabile. Torna finalmente a gioire Andrey Arshavin, poco impiegato in questo avvio di stagione: non andava a segno dallo scorso 22 settembre, cioè da quasi un anno!

La ripresa si apre con un cambio per lo Zenit, con il tecnico portoghese che toglie dal campo l'acciaccato Witsel per inserire Mogilevets, che ha un impatto difficile sul match. Dopo un'ora di gioco esce anche Arshavin, sostituito da Rondón, e lo Zenit torna così a giocare con una vera prima punta di ruolo. La Dinamo però non ci sta e continua a premere, ispirata dalle giocate di Valbuena, ma pecca in fase di finalizzazione con Ionov. Ogni palla inattiva è un potenziale pericoloso con i colossi della squadra di Cherchesov: Lodygin si supera sui colpi di testa a botta sicura di Douglas e Kurányi, ma nulla può sullo stacco di Samba, ancora una volta a segno (la quinta in questa annata, considerando anche l'Europa League). Enorme rammarico per i padroni di casa, che nell'azione precedente avevano mancato il 3-1 con il subentrato Rondón. Ma lo Zenit di Villas-Boas è duro a morire, reagisce da grande squadra e rifila un terzo "schiaffo" agli avversari: Danny sale in cattedra e illumina, Smolnikov non perdona. Petrovskiy in festa: lo Zenit sa solo vincere. Aspettando il Benfica...

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