Giuliano, dai fagioli all'Europa League
Aggiunto | Autor Luca Comito | Commenti

Giuliano Victor de Paula è un ragazzo di Coritiba ma legherà la sua vita a Porto Alegre, importante città del sud del Brasile sia dal punto di vista politico che calcistico...


video: zenit-tv

A Porto Alegre le squadre sono due: l’Internacional, la squadra popolare, e il Gremio, la squadra borghese. Giuliano vestirà entrambe le maglie ma comincerà con quella rossa dell’Internacional, O Colorado, per utilizzare il soprannome brasiliano della squadra che fu di Dunga, Taffarel, Pato e Falcao. Comincia con l’Internacional perché la condizione economica familiare è piuttosto grave seppur comune da quelle parti: il padre è disoccupato e deve mantenere ben otto figli. Soldi non ce ne sono e la famiglia sopravvive grazie alle donazioni dei vicini che ogni giorno portano qualcosa da mangiare: fagioli, pezzi di torta, insomma il necessario per nutrire questi bambini e chi li accudisce. 

Il padre come detto non ha un soldo da parte ma non si perde un film degli spaghetti western italiani: il suo attore preferito è Giuliano Gemma e per questo decide di chiamare proprio così suo figlio, destinato a salvare le sorti della sua famiglia. Già perché Giuliano è forte a giocare a calcio, anche più dei suoi fratelli che riescono (in due) a diventare calciatori.

 Il ragazzo viene comprato dall’Internacional e scriverà una delle pagine più importanti della storia recente del club. A soli 20 anni gioca da protagonista la Copa Libertadores del 2010 che il Colorado vince: segna a un minuto dalla fine il gol che elimina l’Estudiantes campione in carica ai quarti di finale e mette la firma anche nella finale di ritorno contro le Chivas di Guadalajara segnando la splendida rete che pone fine ad ogni speranza di rimonta messicana. Rimane un altro anno all’Internacional, conquista diverse convocazioni e presenze con la Seleçao e poi arriva la chiamata dall’Europa: non è un grande club, è il Dnipro squadra ucraina ma i 10 milioni messi sul piatto sono troppi per essere rifiutati e il contratto offertogli salverebbe la sua famiglia dalla condizione di povertà assoluta.  

Giuliano approda in Europa in un paese freddo e totalmente opposto al suo Brasile: ben figura in Ucraina ma la vetrina non è delle migliori e le sue prodezze passano inosservate. Dopo tre stagioni con 16 gol all’attivo in totale e le prime esperienze in Europa League (coppa del suo destino) torna a Porto Alegre nel 2014 ma con l’altra maglia, quella del Gremio. Quasi un tradimento verso la squadra che lo aveva lanciato ma comunque un’importante chance di tornare a mettersi in mostra: con il Gremio convince come del resto ha sempre fatto in Brasile. 

Torna nel freddo europeo, stavolta quello russo, nella scorsa estate ma questa volta ha alle spalle una squadra forte allenata da un maestro come Lucescu e i risultati sono impressionanti. Giuliano ha segnato 5 gol in 4 partite di Europa League, è il cuore pulsante dello Zenit, è un esterno capace di cambiare la partita in qualsiasi momento. Vedendolo giocare si ripercorre tutta la sua storia, quella di un ragazzo cresciuto nella povertà con fagioli e spaghetti western che ha saputo soffrire e meritarsi le sue opportunità con il talento.
 E chissà se l’anima di Giuliano Gemma è a conoscenza del fatto che il capocannoniere dell’Europa League si chiama Giuliano in suo onore.
(footbola.it)

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