Criscito e Kokorin archiviano la pratica Bnei Yehuda nell’andata dei preliminari di Europa League
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Lo Zenit torna dalla trasferta israeliana con il bottino pieno: a Tel Aviv finisce 0-2 e il passaggio del turno è ora a un passo

L'avventura europea dello Zenit comincia a Tel Aviv, proprio come nella passata stagione. A cambiare è soltanto il nome dell'avversario: non più il Maccabi, ma il meno blasonato Bnei Yehuda. Il copione di quella folle partita, con incredibile rimonta finale della squadra di Piter, non viene rispettato, ma a conti fatti il risultato finale è il medesimo: 0-2 e qualificazione pressoché chiusa.

Mancini lascia a riposo alcuni titolari e schiera dall'inizio giocatori finora poco impiegati come Javi García, Zhirkov e Poloz, riproponendo Erokhin e Giuliano dal primo minuto. Lo Zenit, per la verità, non brilla particolarmente sul piano del gioco, soprattutto nel primo tempo, piuttosto moscio e con poche emozioni. Pochi sussulti: prima Erokhin di testa impegna il portiere avversario, poi una deviazione sottoporta di Ivanović su una conclusione di Anyukov lambisce il palo esterno, infine il Bnei Yehuda sfiora il vantaggio con un gran tiro dalla lunga distanza sul quale Lunev si fa trovare pronto. Nella ripresa lo Zenit prova ad alzare un po' i ritmi e a rendersi pericoloso è ancora Erokhin, con una conclusione dal limite. Mancini cerca di dare vivacità all'attacco, inserendo Driussi al posto di uno spento Giuliano, ma a sbloccare l'incontro, con uno stacco di testa sugli sviluppi di un corner, è Mimmo Criscito. Nel finale sale in cattedra Kokorin: dopo aver sfiorato il gol in un paio di circostanze, chiude la sfida, finalizzando un bello scambio con il subentrato Dzyuba.

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